Zeta

^{Da DVG - Il Dizionario dei Videogiochi}

Zeta è stata una rivista dedicata ai videogiochi, pubblicata a partire dal Febbraio 1995.

Realizzata dallo Studio Vit dopo avere lasciato la redazione di K, nasce inizialmente come rivista indipendente e ospita recensioni di videogiochi per MS-DOS/Windows, Amiga e console a 32 bit come 3DO, Playstation e Sega Saturn. Il primo capo redattore è stato Andrea Minini Saldini e rimase in tale ruolo fino al Maggio del 1997. A partire dal numero 20, Zeta viene acquistata da Il mio castello editore, e subisce profonde modifiche: viene aggiunto il sottotitolo ”Giochi per Computer”, venne cambiato il supporto cartaceo e da brossurata diventa spillata. Quest'ultimo cambiamento suscitò molto scontento nella comunità dei lettori, poiché la spallina in brossura era uno degli elementi distintivi della testata, e la spillatura, insieme ad un peggioramento della qualità della carta, portava ad una complessiva fragilità.

Un altro cambiamento che divise la comunità dei lettori all'epoca fu l'inserimento dei demo-CD: sebbene fosse una pratica comune all'epoca (alcune testate inserivano anche due o tre CD di demo e programmi per numero), non fu ben accetta da una parte dei lettori perché contribuiva all'incremento del prezzo di copertina di quella che fino ad allora era una delle testate più economiche del settore.

Dopo cinque uscite, a fronte delle numerose critiche dei lettori e di contrasti tra redazione e proprietà, Zeta viene riacquistata dallo Studio Vit, mentre Il mio castello realizza Giochi per il mio computer nel Maggio 1997; in seguito Zeta diventerà PCZeta. Per ridurre il dissenso all'inserimento dei demo-CD, inizia la pratica di allegare alla rivista un gioco completo senza aumento di prezzo, scelto tra titoli di secondo piano ma dal buon riscontro critico o tra titoli di primo livello ma ormai vecchi. Nonostante in alcune uscite fossero allegati addirittura due giochi completi, alcune uscite vennero compromesse da problemi con i sistemi anticopia (tra questi, Airline Tycoon). Questo contribuì a scontentare ulteriormente i lettori, e la testata chiuse dopo pochi numeri.

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