SINCLAIR ZX SPECTRUM
Da DVG - Il Dizionario dei Videogiochi
Il Sinclair ZX Spectrum, prodotto a partire dal 1982 dall'inglese Sinclair Research Ltd di Sinclair, Sir Clive, era un home computer dotato del processore a 8-bit Z80, di 16 kB ROM, di 16 kB di RAM espandibili a 48 kB, e di una caratteristica tastiera in lattice con 40 tasti multifunzione. Fu il primo computer a raggiungere un costo di mercato inferiore alle 100 sterline.
In Europa era il principale antagonista del Commodore 64 e conquistò una discreta fetta di mercato grazie al prezzo di listino più abbordabile e alle tante soluzioni costruttive adottate per contenere i costi, facendone per molto tempo il computer con il miglior rapporto prezzo-prestazioni.
Lo Spectrum era dotato di un interprete per il linguaggio BASIC, in una versione modificata dalla Sinclair, presente nella ROM. I programmi solitamente erano forniti tramite listato da digitare, o su nastro (le comuni musicassette), e potevano essere letti con un semplice registratore monofonico. Questa caratteristica costituì forse il più grande limite della macchina, in quanto al vantaggio dell'uso di supporti economici si contrapponevano la lettura problematica (che costringeva molti utilizzatori a ripetute operazioni di taratura delle testine) e i tempi di caricamento relativamente lunghi; la velocità di trasferimento proposta era infatti di 1500 baud, che si traduceva in un'attesa di 5 minuti nel caso di programmi particolarmente lunghi. Il problema affliggeva anche altri micro computer dell'epoca: il Commodore 64 ad esempio proponeva una velocità di trasferimento su cassetta di soli 300 baud; la situazione spinse le ”software house” a sviluppare degli acceleratori software chiamati turbo tape, che nella seconda metà degli anni '80 ebbero successo su entrambe le piattaforme, aggravando però ulteriormente il problema dell'affidabilità dei supporti.
Altro punto debole dello Spectrum era il sonoro proveniente dall'altoparlante incorporato, un cicalino tipo quello del PC, ed in parte la grafica, limitata ad una risoluzione di 256×192 pixel, 32 caratteri di 8×8 pixel per 24 righe, 8 colori con attributi bright e flash, priva degli sprite ma con la possibilità di creare dei caratteri grafici personalizzati. Una sua caratteristica particolare era la gestione dei colori; ognuno dei 768 quadratini che componevano lo schermo aveva il suo colore di sfondo, detto paper, e il colore di primo piano, detto ink. L'abilità dei programmatori di molte software house, specialmente inglesi, ha permesso comunque di minimizzare molte di queste apparenti limitazioni, permettendo risultati sbalorditivi considerando le limitazioni imposte dall'hardware, soprattutto in termini di velocità di elaborazione e di definizione grafica.
Inoltre, la mancanza di porte joystick, sostituita da una expansion port per collegare eventuali interfacce aggiuntive, lo rendeva meno appetibile come macchina da gioco. Nonostante ciò anche per lo Spectrum furono prodotte migliaia di giochi dalle tantissime software house che proliferavano ovunque e per anni ci furono “battaglie” fra i sostenitori dell'americano C64 e dell'inglese ZX Spectrum.
La porta di espansione poteva servire anche per collegare una mini-stampante a carta termica (la ZX Printer) oppure dei supporti di memorizzazione di massa (i problematici ZX Microdrive), costituiti di piccoli nastri magnetici interamente gestiti dal computer, che avrebbero dovuto sostituire a basso costo i drive per dischi.
Già a partire dalla fine del 1982 lo Spectrum 48Kbyte divenne lo standard, mentre la versione a 16Kbyte rimase in vita come alternativa economica o per uso didattico.
Furono prodotte varie versioni dello Spectrum: oltre alle prime a 16 e a 48 kB, possiamo ricordare quella con una tastiera vera derivata da quella del Sinclair QL (Spectrum +) e le ultime, dopo l'acquisizione del progetto da parte dell'Amstrad con BASIC esteso, 128 KByte di RAM ed il registratore a cassette o il floppy incorporato (Spectrum +2 e Spectrum +3).
La dotazione iniziale comprendeva software per l'archiviazione, foglio elettronico, (Vu-File, Vu-Calc, Vu-3D, etc) e Basic.
La tastiera dai tasti gommosi, ognuno con quattro funzioni tra cui i comandi Basic scritti per esteso sul tasto e immissibili con una singola pressione del tasto stesso, contribuì alla divulgazione di questo semplice ma assai utile linguaggio di programmazione.
Tutto ciò, unito alle piccole dimensioni, alla velocità di calcolo e al prezzo relativamente basso lo rese popolare negli anni ottanta in tutto il mondo, tanto che se ne ebbero versioni clonate e praticamente uguali in estetica ma con nomi diversi. L'Inves Spectrum in Spagna, il Moscow e poi il Baltic in Russia, per fare soltanto alcuni esempi.
Con la diffusione anche nelle famiglie di questo piccolo computer, nonché dell'acerrimo concorrente, il Commodore 64, iniziò anche la prassi di distribuire nelle edicole le riviste con in allegato i programmi già pronti all'uso, spesso frutto dell'ingegno dei lettori.
Storia
Con lo ZX Spectrum la Sinclair intendeva riproporre la filosofia minimale introdotta negli anni precedenti con lo ZX80 (1980) e lo ZX81 (1981). Il nome in codice, ZX82 venne sostituito dal nome commerciale ZX Spectrum, con il quale si voleva sottolineare possibilità di visualizzare immagini a colori (i due computer precedenti, malgrado il discreto successo, non disponevano né di suono né di colore). Il modello base disponeva di 16 kB, espandibile a 48 kB con un kit di espansione che in Italia costava circa 90000 lire. Lo Spectrum con 48 kB di serie fece il suo debutto alla fine del 1982 e diventò ben presto uno degli home computer di maggior successo. Le caratteristiche che attiravano di più gli acquirenti erano la sua linea compatta e il suo prezzo: con un solo chip custom ad affiancare il processore Zilog Z80A e una progettazione attenta la macchina era in grado di offrire molto di più di quello che il prezzo faceva immaginare. Una macchina destinata principalmente all'uso didattico nelle scuole tanto è vero che era sprovvisto addirittura della porta joystick.
Milioni di unità furono vendute, principalmente in Europa, e le prime crisi settoriali dopo il Natale 1984 e gli altri pretendenti al trono degli 8-bit (Commodore 64, Amstrad CPC464, ecc.) non compromisero il suo successo: la larga base di utenti della macchina valeva più di qualunque fattore prestazionale dei concorrenti. La Sinclair Research, tuttavia, non navigava in buone acque. Sir Clive Sinclair si era dedicato allo sviluppo di altri progetti come il microdrive e lo “scooter” C5, entrambi un fallimento completo e i successori dello Spectrum non riuscivano a ingraziarsi il mercato: il QL, precorreva un pò troppo i tempi, non era più una macchina da gioco e contemporaneamente non era affidabile per un uso professionale, principalmente proprio a causa delle memorie di massa su microdrive, mentre lo Spectrum + era di fatto un 48K dotato di tastiera rigida (venne infatti venduto anche il kit in grado di trasformare il 48K “gommoso” in plus).
Le promesse del governo inglese nel 1985 e la presentazione dello Spectrum 128 (lanciato inizialmente in Spagna con la collaborazione della “Inves”) che avvenne ufficialmente a Natale dello stesso anno non salvarono la società. Nel marzo 1986 la Sinclair Research fu venduta alla società che era stata la sua più accanita concorrente, la Amstrad di Alan Sugar.
L'Amstrad non fece scomparire lo Spectrum per favorire la sua linea di macchine CPC ma anzi lanciò lo Spectrum +2, dotato di 128Kb di RAM, una tastiera migliorata, un registratore a cassette incorporato e una interfaccia joystick “non standard”. Così facendo continuò a detenere un altro livello di vendite nella fascia bassa del mercato.
Nel 1987 iniziarono a comparire i primi computer a 16-bit e la Amstrad presentò i modelli +3 con disk drive incorporato da 3 pollici ereditato dal CPC, e +2A come alternative economiche ai suoi CPC6128 e CPC464. Le macchine furono ampiamente pubblicizzate nel periodo natalizio e riuscirono a ottenere delle vendite accettabili, nonostante i nuovi modelli iniziassero ad avere problemi di compatibilità con lo Spectrum 48 kB.
Con il boom dei 16-bit i possessori di Spectrum si spostarono verso altre piattaforme ma la macchina non scomparve del tutto: la sua economicità e la vastissima libreria di software lo fecero diventare uno dei computer più venduti nei paesi dell'est europeo.
Listino Prezzi
In Italia lo Spectrum fu distribuito dalla Rebit (GBC); ecco alcuni prezzi del listino 1984:
- ZX Spectrum 16 kB L. 398.000
- ZX Spectrum 48 kB L. 499.000
- ZX Microdrive L. 199.500
- ZX Interface 1 L. 199.500
- 2 cartucce per Microdrive L. 45.000
Specifiche Tecniche e caratteristiche
- processore Zilog Z80A a 3,5 MHz
- dimensioni: 233 mm (larghezza) x 144 mm (profondità) x 30 mm (altezza)
Voci correlate
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