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NASTAR

Nastar © 1988 Taito.

Storia e Gameplay

Sotto questo nome anagrammato chissà per quale motivo si cela Rastan Saga II, il seguito di Rastan, celebre platform Taito con massicce dosi di hack 'n' slash risalente al 1987. Non è chiaro a cosa sia dovuto il cambio di nome per la ROM europea e quella USA (nota come Nastar Warrior), però basta fare qualche breve partita per capire come probabilmente sia stato Rastan stesso a chiedere di passare sotto pseudonimo, dato che questa sua seconda avventura assomiglia solo superficialmente al suo esordio negli arcade.

La prima cosa che si nota è che la grafica, oltre ad essere dotata di colori molto più sgargianti (nonché un pò pacchiani) rispetto a prima, è decisamente più “ravvicinata” sugli sprites, e non mostra quasi nulla dei paesaggi in cui le avventure si svolgono, scordiamoci così le montagne maestose, i dirupi e i tramonti del primo episodio. “Va beh”, penserà il giocatore alla prima partita, “magari questa è una scelta voluta per mettere l'enfasi sul combattimento uno contro uno, magari Rastan è dotato di più mosse e i nemici sono più reattivi, mi aspetto scontri all'ultimo sangue.” Invece, l'ominide tarchiato che ha preso il posto di Rastan, oltre ad essere rigidissimo e dotato di frames d'animazione che si possono contare sulle dita di una mano (come i suoi avversari del resto), non fa altro che camminare e distruggere mostri totalmente ebeti, in buona parte capaci solo di avanzare in linea retta, senza nemmeno girarsi quando vengono superati con un salto! Alcuni di essi non fanno altro che stare fermi e attaccare ogni tanto, in attesa che il barbaro venga a bastonarli sulle gengive.

Il comparto armi è stato leggermente rinnovato, con alcuni giocattoli nuovi come degli artigli “alla Wolverine” e la possibilità di elettrificare l'arma in possesso o di renderla in grado di scagliare palle di fuoco; peccato che la profondità del gioco non ne risenta, al massimo certe armi possono essere un pò più utili negli scontri con i boss rispetto alla spada corta con cui si parte. Tra i bonus vi sono anche delle scarpe alate che velocizzano (fortunatamente, è davvero lento) il nostro “eroe”, solo che la scarsità di frames lo fa apparire ridicolmente accelerato, come se fosse in una comica del muto.

A proposito di boss, le sfide sono decisamente impari, non solo per via dei controlli imprecisi (Rastan salta una frazione di secondo dopo che si è premuto il pulsante, in un titolo d'azione questa è una pecca di non poco conto), della lentezza del nostro e della grandezza del suo sprite che lo rende un facile bersaglio: gli scontri sono tutti basati sul riconoscimento di un pattern nel movimento dei mostri e sull'attesa del momento giusto per colpire, cosa che li rende piuttosto tirati per le lunghe e ripetitivi. Ammesso che il giocatore rimanga vivo, a causa dei problemi di cui sopra o per le distrazioni che prima o poi fatalmente intervengono. I cinque livelli non sono più divisi in due sezioni (zona all'aperto e castello) come nel primo Rastan, ma sono lunghi (neanche troppo) scenari pianeggianti in scrolling solo orizzontale che conducono direttamente allo scontro con i boss. Siccome lunghe strisce di pianura non sono esattamente ciò che si definisce un terreno pericoloso, i programmatori hanno pensato “bene” di aumentare un pò la difficoltà inserendo qua e là salti scomodissimi (per intenderci, punti in cui Rastan ha scarsa possibilità di movimento e deve posizionarsi al millimetro per poter superare il baratro), o scemenze assortite come blocchi che piovono senza motivo dal cielo, annunciati da una risata stridula, oppure altre inutili trovate come blocchi da distruggere per poter proseguire.

Nastar” riesce nella non facile impresa di distruggere completamente l'epicità del predecessore: subito all'inizio del gioco il nostro si appende a una liana, che penzolerà sì e no a tre metri da terra! Scordiamoci pure il barbaro nerboruto che supera strapiombi, scivola giù per pendii scoscesi e si getta nei canaloni spada in pugno: qui Rastan sembra un imbecille neanche troppo convinto di ciò che fa, e forse non lo sa nemmeno lui, dato che l'introduzione e le cut-scenes tra i livelli sono del tutto generiche e non spiegano assolutamente nulla della storia a parte il fatto che ci sono dei cattivi e vanno menati. Fine. I rimandi a Conan il Barbaro sono ormai un lontano ricordo, e non c'è proprio nulla che evochi la possenza del personaggio. Addirittura in uno degli intermezzi si lamenta di essere stanco e di temere di non riuscire più a reggere la spada!!! Ma non c'è proprio nulla che si salvi in questo gioco? Beh, il character design di alcuni avversari e dei vari boss è abbastanza interessante (anche se, nel caso di questi ultimi, totalmente scorrelato con le varie ambientazioni) e quasi spiace vederlo sprecato su nemici ritardati e destinati a essere annientati in pochi secondi. Le musiche poi, nella loro bizzarria, sono anche accattivanti e richiamano vagamente la colonna sonora del primo Rastan, peccato siano solo due temi più quello dei boss. Svelato l'arcano, sono opera della prestigiosa Zuntata, la band di musicisti interna alla Taito! Come al solito si sono scatenati, inserendo curiosamente diversi samples di voci femminili, tra cui alcuni passaggi che sembrano un'invocazione satanica stile disco mandato al contrario (durante la BGM dei boss), oppure delle voci metalliche che dicono “Yes we do” ogni volta che s'inserisce un gettone (!?!). Ah, c'è poi la possibilità di giocare in due contemporaneamente, un'opzione che mancava al primo Rastan, ma che non risolleva molto le sorti di questo gioco nato male. Per il resto la grafica è appena sufficiente (pure il font adottato per i vari messaggi del gioco è una schifezza), i livelli sono brevi e monotoni, i controlli inadeguati, la difficoltà alzata in modo disonesto, insomma un pasticcio, spiegabile col fatto che a sviluppare questo titolo sia stato un team diverso da quello che creò il predecessore e che non sviluppò più alcun gioco per l'etichetta Taito (chissà perché).

Nonostante tutto, Taito mostrò di avere ancora a cuore il nerboruto guerriero quando nel 1991 produsse il beat 'em up a scorrimento ”Warrior Blade - Rastan Saga Episode III”, un titolo alla Golden Axe inizialmente scorrelato ma riadattato per far tornare alla ribalta Rastan e i suoi amici. Ma questa è un'altra storia…

Dati Tecnici

NASTAR
HardwareTaito B System
Game IDB81
Processore Principale68000 (@ 12 Mhz), Z80 (@ 4 Mhz)
Chip AudioYM2610 (@ 8 Mhz)
Orientamento dello schermoOrizzontale
Risoluzione video320 x 224 pixels
Frequenza aggiornamento video60.00 Hz
Colori palette4096
Giocatori2
ControlloJoystick a 8 direzioni
Pulsanti2
Livelli5

Curiosità

  • Pony Canyon / Scitron ha pubblicato la colonna sonora in edizione limitata di questo gioco (Taito DJ Station: G.S.M. Taito 5 - PCCB-00037) il 21/08/1990.
  • Zuntata Records ha pubblicato la colonna sonora in edizione limitata di questo gioco (Zuntata History L'ab-normal 1st - ZTTL-0038) il 01/04/1999.

Consigli e Trucchi

Selezione Livelli:

Avviate la macchina con il tasto della modalità di servizio ('service switch') premuto.

  • Apparirà un messaggio: SERVICE SWITCH ERROR ('Errore dell'interruttore di servizio'), premete 1p Start(x3), service switch, 1p Start.
  • Apparirà un messaggio: SELECT BY DOWN SW, selezionate il livello muovendo il joystick Giu'/Su e premete Start.

Serie

  • 2. Nastar (1988)

Staff

  • Programmatori: Hideaki Tomioka, Mari Iwano, Kazuhiko Sugiyama, Ted Aono, Manabu Doi
  • Designer Hardware: Eikichi Takahashi
  • Musiche composta da : Hisayoshi Ogura
  • Editore suono: Yasuhisa Watanabe
  • Designer Grafica: Hiroyasu Nagai
  • Design Artistico e Gioco: Hisaya Yabusaki

Conversioni

Console:

Computer:

Video

Nastar
Gameplay di Nastar.

Il video che appare in questa voce è (c) Emumovies

PCB (Printed Circuit Board)

Screenshots


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