Da DVG - Il Dizionario dei Videogiochi
Dimentichiamoci per un momento dei recenti protagonisti “duri” del mondo dei videogame, accantoniamo Dante, Solid Snake e Gabe Logan e concentriamoci un pò sul protagonista di questo videogame: Max Payne. Duro, spietato, cinico. Un personaggio che sembra sfuggito dal più oscuro dei fumetti polizieschi noir per rifugiarsi nei chip dei PC di migliaia di utenti.
Nel primo episodio del gioco (intitolato semplicemente Max Payne), vengono spiegate le origini del personaggio: Max è un poliziotto sotto copertura, che sta cercando i responsabili del brutale massacro di sua moglie e sua figlia. Esse, infatti, erano state barbaramente uccise, nell’abitazione in cui vivevano, da una banda di strafatti di Valchiria, una droga fittizia che è il vero e proprio filone principale dell’azione di gioco. Inizialmente Max segue la pista della mafia, ma ben presto scopre il coinvolgimento di una potente multinazionale. In varie scene del gioco Max incontra Mona Sax, che, nonostante ciò che accade in questo episodio (non faccio spoiler ), ricompare viva e vegeta nel secondo. Nel secondo episodio (il cui titolo completo è Max Payne 2: The Fall of Max Payne) si narrano le vicende successive a quelle del primo, con ulteriori coinvolgimenti di vecchie conoscenze. Non mi dilungo a parlare di questo episodio, perché immancabilmente rovinerei molte sorprese che accadono nel primo titolo. In ogni caso la trama completa è su Wikipedia, nel caso qualcuno voglia leggerla .
Innanzitutto, è un bel gioco d’azione, con molti tratti caratteristici del Third Person Shooter. La storia è noir al punto giusto e le ambientazioni sono all’altezza delle aspettative. La scelta di intervallare i momenti di gioco vero e proprio con scene in stile “romanzo illustrato” (che nel panorama cinematografico ho visto solo in Sin City, per intenderci) aumentano nel giocatore l’impressione di immersione nella vicenda. Dal punto di vista tecnico, il gioco ha introdotto nel panorama videoludico il concetto del bullet-time (per intenderci, le scene di scontri a fuoco super-rallentate in stile Matrix, come quella che segue), che contribuisce notevolmente all’eccitazione del videogiocatore (oltre a rappresentare una componente essenziale per il superamento di certi passaggi critici, nel gioco).
Non da meno è l’introspezione fatta dagli sceneggiatori nel personaggio di Max. Data la sua storia personale, il personaggio è tormentato dagli incubi del massacro della sua famiglia ed è ossessionato dal pensiero di non aver dedicato abbastanza tempo a sua moglie. Questo particolare è importante non solo in chiave affettiva, ma anche perché la scarsa attenzione dedicata da Max alla consorte nelle sue ultime settimane (e giorni) di vita contribuisce notevolmente alla vicenda della sua morte. Questo tormento si traduce, ad esempio, in incubi giocabili direttamente dal giocatore, che sicuramente sono una delle parti più caratteristiche del prodotto. Inoltre, per quanto mi riguarda, il rapporto di Max con il mondo, principalmente negativo, ma soprattutto greve, riflessivo, distaccato, a tratti cinico, ne fa uno dei miei antieroi preferiti (per i giocatori di D&D, il classico Caotico Neutrale). L’atteggiamento di Max si manifesta, inoltre, in una lunga serie di frasi cult, sia nelle scene illustrate, sia in quelle d’azione, di cui ne riporto qualcuna presa da Wikiquote:
Il telefono squilla
Anteprima Max Payne |
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Video linkato da YouTube. |
Per concludere, il trailer italiano del film (che vedrà Pino Insegno come doppiatore di Max). La critica estera l’ha stroncato, definendolo un film per soli appassionati, e gli stessi amanti dei titoli videoludici hanno in parte confermato l’inferiorità del film rispetto ai due episodi del gioco…